A Natale in Romagna si celebra “el Caplèt”

La tradizione romagnola nel piatto di Natale vede protagonista il cappelletto, grande, piccolo, di carne o con ripieno di formaggio, misto, o come lo voleva Artusi, il cappelletto è il re del Natale… 
e tu come lo mangi?

Buon giorno  cari amici, ci siamo quasi e… la vigilia di Natale è alle porte,  da noi in Romagna, in questi giorni tante persone preparano i cappelletti per le feste. Il primo piatto del Natale che in realtà si realizza in più versioni. Ad esempio c’è chi lo fa all’uso di Romagna come prevede la ricetta di Pellegrino Artusi, chi lo fa con ripieno di carne più simil al tortellino bolognese, poi chi lo prepara con solo formaggi ed anche le misure del  “cappello” cambiano. A me ad esempio piace la sfoglia sottile ed il cappelletto piccolo. Più piccolo è più mi piace.  In romagnolo il cappelletto  si chiama “Caplèt”,   la ricetta  che vi propongo è una variante declinata a mio gusto: con i cappelletti ripieni di formaggi locali.

Per la sfoglia, 4 persone: 4 uova, gr.400 di farina 
Per il ripieno: Un tuorlo d’uovo, gr 100 di squacquerone di Romagna Dop meglio un po’ sostenuto, gr 200 di ricotta nuvola di latte e 100 gr. di Bazzòt, gr 100 di Parmigiano e, se volete proprio il formaggio più romagnolo che ci sia, aggiungete del formaggio di fossa grattugiato (per un gusto più particolare, altrimenti un po’ di pecorino); non deve mancare l’odore della noce moscata, la buccia di mezzo limone grattugiato, sale pepe q.b. Impastate insieme tutti gli ingredienti. Disporre la farina a fontana sul tagliere, rompere le uova intere ed impastare il tutto sino ad ottenere un composto morbido ed elastico.Tirare una sfoglia sottilissima tagliarla in piccoli quadretti mettere al centro una pallina di ripieno e chiuderli a mo’ di cappelletto. L’albume rimasto si batte leggermente e si tiene a parte per sigillare i cappelletti se la sfoglia risultasse troppo secca. Cuocerli in buon brodo.