Mangi sano e vivi meglio in tutti i sensi

Scegliere i produttori che si conoscono, meglio se locali, guardare e leggere le etichette, imparare a conoscere la stagionalità e non farsi condizionare troppo dai prezzi: queste alcune delle regole per mangiare bene e se mangi benbe vivi meglio e di più. L’alimentazione infatti è alla base della salute….
Nei giorni scorsi sono stata a Bologna ad una due giorni dedicata alla dieta meditterranea, alle frodi e contraffazione alimentari, all’etica d’impresa, l’educazione del consumatore finale: di questo e di altro si è parlato al  Forum nazionale Mediterranea – CiBO di Legalità, nato da un’idea di Comune di Bologna e CAAB per dare vita ad uno spazio di confronto sulle dinamiche che legano la cultura del cibo ai valori della legalità.

Il forum nazionale sulcibo e la legalità tenutosi a Bologna nei giorni scorsi ha messo in luce molti aspetti dell’alimentazione e produzione “buona”. Utilizzo la parola “buona” per  identificare le organizzazioni sane, legali, lecite che producano cibo; aziende per intenderci che non fanno reddito con la contraffazione e che si ispirano ad un mercato etico e non nocivo per la salute. Da qui un vademecum per imparare a fare la spesa. Sono consumatori dotti,  quelli che prima di acquistare un prodotto  vogliono sapere cosa mangiano,  la provenienza della merce, le modalità sulla produzione e sulla serietà del produttore.  Nel seminario dedicato all’etica e all’impresa ho ascoltato tanti esperti, si è parlato delle azioni dei Nas, degli interventi della guardia di finanza a tutela di chi ben lavora e di chi ben vuole acquistare. Principale accusato  nella due giorni oltre che alle frodi, l’illegalità, la poca etica a vantaggio del business e spesso a svantaggio della nostra salute. Quindi come difenderci dalle contraffazione alimentare?  Come acquistare un prodotto buono senza essere ingannati da caroselli  promozionali oggi sempre più tecnologici e convincenti? Ci sono delle regole da seguire per comprare eticamente  prodotti buoni?  Ripercorrendo i passi del Forum che ha toccato ambiti di interesse comune per il consumatore finale e per l’azienda produttrice, stilo un breve vademecum : Leggere l’etichetta è la prima fondamentale cosa da fare. L’etichetta è la carta d’identità di ogni prodotto in commercio. Ma le etichette sono ancora troppo poco chiare, ed è su questo infatti che l’Italia a Bruxelles sta portando avanti una battaglia per potere indicare in etichetta, tra le altre cose, anche dove si trova lo stabilimento di produzione, la sede dell’azienda che produce quel prodotto. Questo per evitare che i prodotti siano solo lavorati o preparati in Italia e magari provenienti chissà da dove. E’ il caso ad esempio di alcune carni, della cagliata ma per chi sceglie una alimentazione vegana e vegetariana il rischio è lo stesso, pensate alla soia: dove può essere prodotta? Certi che sia un coltivazione italiana? E se trasgenica? Oppure pensate  ai tanti lavorati sostitutivi di prodotti animali e o derivati animali. Da dove vengono? Come sono stati fatti? Quel prodotto bio, sicuri che lo sia?  Un aiutino ce lo possono dare  le sigle, i marchi, le denominazione di origine (Dop) così come i prodotti insigniti di Igp nei prodotti a marchio europoeo e le rintracciabilità di filiera; un indicazione sulla salubrità ce la possono fornire  anche le certificazioni che alcune aziende adottano su diversi livelli, utili per dare certezza alla sicurezza alimentare. Quando leggete ad esempio certificazione Iso 22055, significa che c’è una tracciabilità delle materie prime, che il produttore vi garantisce. Un’altra celebre è la Iso 9001, poi c’è la certificazione sulla filiera, insomma se l’ente certificatore è serio queste “Iso” e alcuni marchi “Bio”  possono indicare la strada degli acquisti.

La seconda regola fondamentale è scegliere fornitori che si conoscono (quando è possibile), di cui note sono le caratteristiche di produzione, di qualità.  Occorre poi fare attenzione al rapporto qualità prezzo, un buon olio, scrive la Coldiretti, non puo’ costare meno di 7 euro, altrimenti non è un vero extravergine. E poi la santa regola ormai  regola biblica, del consumare prodotti locali perché i produttori locali li conosciamo meglio e perché si rispetta la stagionalità.  In fine: rispettare la qualità del prodotto e quindi evitare prodotti scaduti, prodotti elaborati con sostanze  nocive. Concludendo: è vero che le  sofisticazioni alimentari creano reddito e fanno risparmiare sulla spesa  ma mangiar sano ti fa guadagnare in salute.